Ciò che rimane
Nel buio si intravede una canoa nell’acqua seguita docilmente da un vitello bianco. È uno spettacolo surreale. Un ragazzo con la canoa cerca di salvare i vitelli ancora legati nelle stalle completamente allagate, li raggiunge, si immerge per slegarli e li guida con la canoa verso la salvezza. È il simbolo dell’umanità in mezzo alla tragedia. L’umanità che restituisce il valore alla vita di ogni tipo.
Il 5 e 6 novembre 1994 il basso Piemonte è stato colpito da un violento evento alluvionale che ha provocato l’esondazione dei fiumi Po, Tanaro e molti loro affluenti, causando decine di vittime e centinaia di sfollati.
Per chi è nato negli anni successivi, l’alluvione del ’94 non è che un racconto che si tramanda nei bar e sulle piazze e che si alimenta ad ogni pioggia un po’ più insistente. Ma chi era presente conosce bene l’angoscia che assale ogni volta che il livello dei fiumi sale a causa delle piogge. Il panico di chi è stato protagonista suo malgrado. Le fobie che non vogliono andarsene. Ma anche il sollievo nel vedere il sole sorgere ancora dopo la pioggia, per chi c’era e per chi sopravvive nei ricordi di ognuno di noi.
L’autrice ripercorre i giorni dell’alluvione attraverso le storie dei suoi personaggi.
pag. 264
euro 15,00